“Che ansia, che stress …!!” Chissà quante volte è capitato di pronunciare queste parole sbuffando. Ebbene nel quotidiano la parola stress è diventata la più comune per indicare una situazione poco sopportabile o ingestibile, in alcuni casi, è interscambiata con la parola “ansia”.
In realtà i due termini sono intimamente connessi ma hanno significati ben diversi.
Lo stress ( “eustress”, stress buono, acuto) è la risposta fisiologica dell’organismo agli “stressor”, cioè ad eventi o condizioni di vita che mettono il soggetto nelle condizioni di allarme e di attivazione diretti al superamento dello stimolo esterno.
Recenti studi hanno sottolineato che una certa frequenza di pressioni esterne” o l’ accumulo di avvenimenti critici o inaspettati, possono indebolire le capacità adattive del soggetto fino a farle “crollare”. Si instaura, così, lo stato di stress cronico (“distress”, stress cattivo e distruttivo) fonte di sviluppo di patologie più gravi quali ansia , depressione, attacchi di panico, patologie psicosomatiche ( insonnia, coliti, mal di testa, dolori muscolari, gastriti, disturbi digestivi, ecc…), malattie della pelle (psoriasi, eczemi, ecc..), disturbi sulle capacità sessuali (eiaculazione precoce, riduzione del desiderio, frigidità) disturbi del metabolismo ( diabete, gotta, obesità, ecc …) o del sistema immunitario (herpes zoster), tumori.
L’ ansia non può definirsi “stress”, poiché essa stessa è la manifestazione patologica di quest’ultimo.
L’ instaurarsi della patologia, non dipende soltanto dalla gravità o dalla frequenza di eventi inattesi , si relaziona alla condizione del soggetto, cioè dalla sua capacità di percezione e alla conseguente attivazione di comportamenti adeguati per la risoluzione dell’evento – risposte adattive e capacità di coping.
Cosa accade all’interno dell’organismo quando sopraggiunge un qualsiasi tipo di stress (es. esame da superare, malattia, catastrofe naturale, prova di lavoro, trasferimento ecc..)?
Gli “stessor” determinano delle modificazioni fisiologiche nel Sistema nervoso centrale e periferico, nel sistema immunitario ed endocrino.
Il Sistema nervoso centrale attiva la corteccia cerebrale per le funzioni cognitive e motorie, il sistema limbico per la risposta affettiva e l’ipotalamo, che regola il rilascio di ormoni ipofisari e catecolamine e un aumento del cortisolo.
Nel Sistema nervoso periferico si ha un’attivazione del sistema simpatico, che risponde con l’attivazione dell’organismo, preparandolo all’emergenza: aumento pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, aumento della frequenza respiratoria e della tensione muscolare.
Lo stress acuto si risolve con l’attivazione di una risposta adeguata del soggetto alle stimolazioni esterne.
Se la reazione allo stress non si disattiva, perché:
- lo stimolo esterno permane;
- per l’incapacità del soggetto nelle modalità di coping;
- lo stimolo esterno non è più presente, ma rimane una condizione di allarme e attivazione, “stimolo fantasma”;
permane la condizione di stress cronico, dove l’ attivazione continua del sistema nervoso centrale e periferico innesca una diminuzione della risposta immunitaria, determinando, così, l’insorgere di tumori, carcinomi o malattie autoimmuni.
Quello che accade nella cronicizzazione dello stress è un cortocircuito che coinvolge l’intera persona, una condizione di alterazione e sconnessione dei vari Sistemi di funzionamento del Sé.
Secondo il Neofunzionalismo il funzionamento psicofisico della persona è rappresentato dal “circuito stress- benessere”, un continuum tra due poli opposti connessi centralmente dal filtro funzionale complessivo.
Questo filtro rappresenta lo strumento principale attraverso il quale il soggetto vive la vita, nello specifico l’evento stressante, cioè con le proprie emozioni, fantasie, pensieri, ricordi, strategie, il modo di respirare, con le posture, l’attivazione muscolare, il tono di voce, con i propri funzionamenti biologici e fisiologici.
Nell’immagine sotto si distinguono due strade, una porta verso il benessere e la salute, l’altra verso lo stress cronico e le patologie.
Se il filtro della persona non è alterato, lo stress acuto si risolve con l’attivazione momentanea dell’organismo, che permette al soggetto di reagire positivamente alla risoluzione del problema, determinando il benessere. Questa via influenzerà positivamente le future capacità di reazione del soggetto e le risoluzioni di altre situazioni stressanti.
Se il filtro Funzionale è alterato, perché vi sono alterazioni nei Funzionamenti di fondo o sconnessioni tra i Piani funzionali, si giunge direttamente ad una condizione di stress cronico, che conduce il soggetto all’incapacità futura di gestire gli eventi, di prevenirli. Piuttosto egli tenderà ad intensificarli, assumendo comportamenti inadeguati e pericolosi per la salute, come ad esempio assunzione di alcol, droghe, cibo, ecc
Lo stress acuto e l’ ansia: sintomi a confronto
Lo stress si manifesta attraverso:
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una muscolatura tesa e contratta (mascelle serrate, viso corrugato, …)
stanchezza e fatica
la fretta e la sensazione di tempo che non basta
il salto dei pasti principali
disturbi del sonno
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irritabilità
difficoltà digestive
dolori alla schiena, al collo, alla pancia
una sensazione di sovraccarico
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tachicardia
sussulti di spavento non giustificabile
dimenticanze
mancanza di concentrazione e decisionale
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Lo stress cronico che conduce all’ansia presenta:
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fantasie negative
confusione mentale
pensieri agitati
progettazione di idee limitata
difficoltà di concentrazione
dimenticanze
riduzione della capacità di rendimento
forti preoccupazioni immotivate
emozioni esagerate
allarme continuo
brividi
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paura di pericolo imminente (paura per la salute, per il lavoro, per la famiglia, per il futuro)
indecisione
impazienza
movimenti agitati e limitati
posture rigide
tensione motoria ( tremori, tic, incapacità di stare fermi)
affaticabilità
respiro affannoso
tachicardia
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nodo alla gola,
sensazioni di soffocamento
forte sudorazione
dolori muscolari
disturbi del sonno
disturbi dell’alimentazione
disturbi cardiovascolari
disturbi gastro-intestinali
disturbi genito-urinari
estremità del corpo fredde
vertigini
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L’ intervento Funzionale si basa sull’ottica multidimensionale che osserva e valuta la persona nella sua complessità, analizzando ciò che si è alterato nel tempo e le tracce che il corpo dichiara.
Mira al recupero del circuito stress- benessere attraverso la riconnessione dei piani di funzionamento profondi – cognitivo, emotivo, sensoriale – motorio, neurovegetativo ed endocrino.
Ripristina lo stato della calma, la disattivazione dell’organismo quando è necessario, favorisce il recupero delle capacità adattive e risolutive della persona, affinchè possa gestire, in autonomia, le situazioni stressanti future.
L’apertura alle sensazioni interne e alle percezioni, vere, della realtà esterna, sono la base sicura sulla quale si erige il benessere profondo della persona.